E quindi la rimonta dell’alta pressione nordafricana si fa aspettare. Era prevista per sabato-domenica scorsi ed invece un nuovo vortice perturbato si è formato in quelle ore sul Tirreno: un ciclone foriero di un maltempo più che adatto a portarci un po’ di quella pioggia tanto aspettata. Insomma, tra l’ultima settimana di maggio e la prima di giugno sono una quarantina i millimetri dì acqua che sono stati letteralmente bevuti da una terra asciutta e secca dopo mesi di siccità. Una pioggia tranquilla, solo a tratti più prepotente, che non ha inzaccherato più di tanto campi ed orti, lasciando strati acquosi solo nelle “sagne” delle zone di pianura che, prima degli Anni cinquanta (o prima), erano paludi. Anche la stradicciola in terra battuta che porta al casotto della costa collinare che ci è cara non si è inzuppata più di tanto. Lassù tutto è verde come non mai e si poteva ancora sentire a tratti il richiamo del cuculo superare la barriera dei castagni e delle verne, così come quello, altrettanto abituale, di qualche fagiano liberato, forse, per quella caccia cui ogni anno speriamo ardentemente riesca a sfuggire. L’anticiclone africano si è fatto attendere, ma sembra proprio che adesso sia in dirittura d’arrivo. Succederà a partire da giovedì - o meglio- venerdì, con la ripresa delle temperature nelle ore di maggior soleggiamento, visto che qualche temporale scoppierà ancora. Eh sì perché il bel tempo si imporrà soprattutto sull’Italia del Centro e del Sud, mentre il nostro Nord Ovest rimarrà ancora in balia di infiltrazioni umide che, complice il riscaldamento rinnovato del Sole, provocheranno rovesci locali e temporali pomeridiani anche sulla Granda. Naturalmente saranno privilegiate le zone subalpine o collinari, mentre, via via col trascorrere dei giorni, più difficile sarà la pioggia in pianura. Così sarà per giovedì: dal mattino al primo pomeriggio possibili ancora temporali con tuoni e rovesci su tutto il Cuneese e Monregalese che progressivamente andranno a spegnersi o a ridursi a ridosso dei rilievi. Temperature stabili: dai 16° ai 10° a seconda della quota le minime con le massime in nuovo calo, fin verso i venti gradi o poco più. Migliora venerdì, con ripresa netta delle temperature diurne che arriveranno sino ai 27-28 gradi in pianura e fino ai trenta il sabato, grazie al sole che -specie il mattino- favorirà il fine settimana. Qualche temporale -nel pomeriggio- che, nella domenica, si localizzerà soprattutto sulle Cozie ed il Monviso, limitatamente alle zone montane. Nei tre giorni successivi si rinforza l’alta pressione, ma sul Nord Ovest e sulla Granda rimarranno infiltrazioni umide con temporali verso il mezzodì, eventi che sono segno di una stabilità ancora lontana. D’altronde tutta la cultura contadina, da noi sino alle terre lontane (ma vicine) della Languedoc, temeva le piogge di questi giorni dopo la Trinità e prima del Corpus Domini. San Medardo (l’otto, venerdì) era il fulcro di questi timori: “S’a pieuv ‘l dì ‘d San Medard, a pieuv quaranta dì pì tard”. Oppure: la raccolta del grano “a diminuiss d’en quart”.
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