Caro Direttore,
Accogliendo le molte sollecitazioni a testimoniare la vita dell'Alberghiero durante il periodo della mia presidenza (dal 2000 al 2009) ti chiedo un po' di spazio per ricordare quei nove anni e per proporre, al di là delle celebrazioni dei 40 anni della scuola (che hanno cancellato quei 9 anni, riducendo la storia della scuola ai suoi primi 27) un dibattito sul suo futuro.
Era l'inizio del nuovo millennio e bisognava fare i conti con la nuova ristorazione: dalla riscoperta del territorio, fatto uscire dalla comoda e generica etichetta di "tipicità", alla valorizzazione del prodotto-ingrediente genuino, locale, ricco di storia e di cultura, e dei sapori autentici, non appesantiti da orpelli e tantomeno contraffatti da componenti artificiali o quant'altro. Non dovevamo inventare molto, perché erano già chiari i profili del "nuovo" cuoco, del "nuovo" cameriere, della "nuova" accoglienza. Nella scuola: giovani ex-allievi si erano ben formati sul campo, al di là della autoreferenziale esperienza scolastica. Fuori: il decennale impegno internazionale di Slow Food nel far acquisire dignità culturale alle tematiche legate al cibo ed alla alimentazione.
Cibo e cultura, anzi di più, "cibo è cultura": questa la filosofia che diede sapore a quei nove anni, grazie all'entusiasmo dei miei collaboratori di Mondovì, Dronero (e, poi, Barge), degli amministrativi, dei "bidelli", dei tecnici, degli Itp e dei docenti delle materie cosiddette "culturali" che, forse per la prima volta, diventavano protagonisti di un integrato processo formativo insieme agli insegnanti tecnico-pratici. Mi sembrò allora che avessimo tolto finalmente il girello ad un bambino ormai cresciuto e pronto a sgambettare liberamente, fuori da ambasce e costrizioni. Gli alunni delle due -e poi tre- sedi (non dimentichiamo l'importanza delle "scuole associate" di Dronero e di Barge nel dare spazio provinciale e respiro alla nostra proposta formativa) iniziarono a crescere, superando in pochi anni la soglia dei mille iscritti. Alunni maturi nel rapporto con la scuola e le prime esperienze di lavoro, che reagirono con entusiasmo alle nuove proposte, sovente decise insieme a loro, di partecipazione alla vita scolastica quotidiana ma anche alle numerose attività esterne, agli stages, alle esperienze estive - sempre seguite dalla scuola.
I collegi docenti divennero il luogo di discussione, confronto, elaborazione faticosa a volte, ma democratica, della linea culturale della scuola, della assegnazione degli incarichi, della definizione del fondo incentivante. Le attività esterne (buffet, pranzi, banchetti, eventi culturali ed istituzionali a livello provinciale, regionale e nazionale), regolate da nuove procedure amministrative che ne garantissero la correttezza, recavano alla scuola contributi economici aggiuntivi, di supporto al bilancio. Basti citare la partecipazione professionale ai "Peccati di gola", al Salone e al Teatro del Gusto di Slow Food, a "Cheese" di Bra, i premi vinti dai ragazzi nelle gare nazionali e regionali e l'organizzazione della Gara nazionale degli Alberghieri, il supporto al regionale "Piemonte sul Reno", il progetto di scuola alberghiera a Capo Verde, i Convegni a Mondovì e Dronero (" 'L bìn del corp, 'l bìn 'd l'anima", "Il risveglio dell'Orso occitano"), le pubblicazioni di Mondovì e Dronero ("La cucina storica", "La cucina delle erbe"), le conferenze con esperti (Piercarlo Grimaldi, Giovanni Rebora, Renato Dominici, Giulio C. Giacobbe, Margherita Oggero, Piero Sardo, Ettore Fili, ecc.), le cene sulla cucina del territorio, sulla birra di Teo Musso, sul Bue grasso, ecc., ecc.
Centrare la questione cibo-cultura significava intessere nuovi rapporti con le scuole medie della provincia, bacino naturale dell'Alberghiero. Iniziative come quella del "Cibo della festa", che impegnò la scuola dal 2006 al 2009, diedero la possibilità di coinvolgere in ricerche sul cibo del territorio alunni delle medie e, ai nostri alunni, di conoscere realtà folkloriche, storiche ed enogastronomiche di nicchia o dimenticate. Il rapporto stabile iniziato con Slow Food (laboratori, stages, esperti), sia locale che nazionale, costituì il primo esempio di collaborazione tra un Alberghiero e l'associazione braidese. La continua collaborazione con il Cfp Cebano Monregalese per la "Terza Area" (unica possibilità normativa di fornire una formazione di laboratorio agli alunni delle classi terminali) e la nascita nel 2004 dell'Università di Pollenzo (con cui la scuola strinse rapporti fin da subito) furono poi il supporto indispensabile per avanzare la candidatura di Mondovì a guidare il Polo formativo regionale nel settore alberghiero, con una formidabile sinergia di Enti che dovette purtroppo cedere il passo soltanto ad equilibri "politici" superiori, del tutto estranei alla realtà scolastica ed alla sua valenza formativa.
Cultura e cibo, progettualità, ma anche rapporti nuovi con gli Enti locali e istituzioni del territorio. Senza l'intervento della Provincia, dei Comuni (Mondovì, Dronero e, poi, Barge) degli Enti di credito e della Fondazione della Crc in particolare, della Camera di Commercio, dell'Ascom e delle Comunità montane, non avremmo potuto rinnovare i locali ormai vetusti (rinnovo della Sala Belvedere, creazione del Teatro dei Sapori e della annessa Sala ristorante, progetto della nuova Sala Archi, creazione del Laboratorio di pasticceria e gelateria... A Dronero: creazione della nuova ala della scuola con cinque aule una cucina, una sala nuova, laboratorio di pasticceria ). Così come non avremmo potuto adeguare le strutture fisiche della scuola alle norme di sicurezza stabilite dalla 626 prima e dal Testo unico poi ( adeguamento norme antincendio a Mondovì e Dronero) ed aprirci alle nuove tecnologie (laboratori di informatica, richiesta pannelli solari etc.).
La prova evidente di queste sinergie fu la creazione della nuova sede di Barge, in cui credetti fin dall'inizio. La collaborazione tra Provincia, Comune di Barge, Enti bancari e la tenacia dei docenti responsabili, portò in pochi anni alla costruzione del nuovo edificio ed in pochi giorni alla formazione delle prime classi dell'istituto che poteva rispondere (come infatti sta facendo) alle richieste formative di una zona della provincia ricca di tradizioni, di esperienze e di prodotti originali.
Il tema scuola di Barge può introdurre una considerazione finale di questo intervento con cui, uscendo malvolentieri da un silenzio durato tre anni, ho cercato di colmare le lacune più macroscopiche delle celebrazioni del quarantennale. Infatti c'era allora un'idea guida cui ispirarsi nei momenti di dubbio. Ed era quella, largamente condivisa, dell'unità dell'Istituto Alberghiero. La convinzione cioè che l'unione di Mondovì con Dronero e poi con Barge, poteva costituire un valore aggiunto, un motore in più ad una proposta formativa e culturale che ormai ha e avrà a che fare con bacini interregionali o addirittura internazionali e assai poco "paesani". Il caso e la volontà avevano voluto che nascesse in modo naturale un vero e proprio "polo", al di là delle alchimie partitiche o burocratiche. Un polo, tra l'altro, straordinario collettore di investimenti culturali ed economici, di destini professionali e personali. Per questo sarebbe stato un errore spezzarlo, infrangerlo. Chi ha partecipato a questa avventura sa quanti localismi, quanti pregiudizi, quanti ostacoli abbiamo dovuto superare per mantenere questa unità. Dal prossimo anno scolastico purtroppo questa unità sarà rotta e sarà il futuro a dirci se sarà un bene o piuttosto un male. Di certo Mondovì ha perso qualcosa e non credo che Dronero ci abbia guadagnato.
Il preside dell'Alberghiero dal 2000 al 2009
prof. Fulvio Romano.