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domenica 10 agosto 2014

Pesche, non solo embargo russo: crolla il mercato ligure (50% in meno!)

LA STAMPA

Alessandria

Pesche, crolla il mercato ligure

Altro che embargo russo, calate del 50% le vendite in Riviera: si cedono a prezzo di costo

Le anomalie del meteo, in questa pazza estate, presentano il conto ai frutticoltori della provincia, specie quelli con i prodotti al top della maturazione. In ginocchio, soprattutto, risulta essere il comparto delle pesche nel Tortonese. Qui, anche se il prodotto è ottimo, si stima un crollo del mercato di oltre il 50%. Dalla Liguria, in particolare, le ordinazioni di pesche sono calate drasticamente. In più, a livello regionale, pesa l’embargo dalla Russia che l’altro giorno ha visto bloccare alla frontiera e tornare nei magazzini 12 mila quintali di pesche piemontesi, per lo più coltivate nel Cuneese. E per molte aziende, si profila lo spettro del fallimento.

Graziella Boveri, responsabile Coldiretti regionale e provinciale di Donne Impresa con azienda agricola a Volpeglino, spiega: «La situazione delle pesche è drastica. Maltempo e crollo dei prezzi sono le cause di questa campagna disastrosa. Ora, dobbiamo svendere il prodotto e in più fare i conti con la spesa “a perdere” che deriva dall’imballaggio quantificabile in 0,90 euro per ogni cassetta. Così, non abbiamo alcun risultato; solo spese».

Sempre nel Tortonese, il simbolo dell’eccellenza per le pesche è rappresentato dalla Volpedo Frutta, cooperativa con sede a Monleale, dove ribadiscono: «Un vero dramma, queste intemperie estive». Anche alla cooperativa confermano il picco all’ingiù della richiesta di pesche dai mercati genovesi. «A salvare un po’ i bilanci è la domanda che arriva dalla grande distribuzione», dicono. In conclusione, dalla Volpedo Frutta parte una protesta: «Nonostante le nostre produzioni siano assicurate contro la pioggia (risarcimento che scatta a partire da 80 millimetri, mentre qui, a luglio, di millimetri ne sono caduti 145), non veniamo pagati. Le compagnie di assicurazioni ingrassano anche con i soldi dello Stato, ma poi non risarciscono i danni in agricoltura. Una situazione di cui qualcuno, ad iniziare proprio dallo Stato, dovrebbe farsi carico».

Roberto Paravidino e Simone Moroni, presidente e direttore della Coldiretti provinciale, dicono: «Continueremo a monitorare la situazione affinché la Commissione europea prenda urgenti decisioni in merito. Infatti, non si può più tergiversare su un ritiro straordinario, così come richiesto nelle scorse settimane da Coldiretti. Le imprese frutticole stanno rischiando il fallimento. Condividiamo e appoggiamo il percorso avviato dall’assessorato regionale all’agricoltura affinché venga accolta la richiesta di stato di calamità naturale e istituito uno strumento finanziario di supporto».

Sulla crisi della frutta estiva, puntando inoltre il dito sulle importazioni, un appello al governo è stato lanciato anche da Agrinsieme, sodalizio composto da Confagricoltura Alessandria, Cia e Alleanza delle Cooperative italiane, settore Agroalimentare: «Si assiste a una pesantissima crisi della frutta dovuta alla contemporanea maturazione nei principali Paesi produttori delle stesse tipologie di prodotti. Ciò comporta un crollo dei prezzi tale da non coprire neppure i costi di produzione. Se i tempi burocratici impediranno l’attivazione delle misure già previste in sede comunitaria e per le quali esistono già risorse stanziate che l’Europa deve destinare all’Italia, non si potrà far finta di nulla. Ci saranno precise responsabilità».

giorgio longo


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