ebook di Fulvio Romano

giovedì 17 luglio 2014

Valle Pesio, i lupi, azzannato il capretto, circondano il pastore...

LA STAMPA

Cuneo

“Ero nell’alpeggio in Valle Pesio

Quattro lupi mi hanno circondato”

«Quando ho visto i lupi accerchiarmi, avanzare con la coda bassa e digrignare i denti, ho pensato che era arrivata la mia ora. Mai provata tanta paura». Simone Migliore, 19 anni, di Madonna dell’Olmo, è un allevatore di capre che d’estate collabora con i fratelli Sergio e Franco Baudino, storici margari di Morozzo. Dal ’96 salgono con oltre duecento bovini di razza piemontese e più di centocinquanta ovini ai duemila metri dell’Alpe Morteis, in valle Pesio, sopra frazione San Bartolomeo. È qui che lunedì pomeriggio il giovane stava accudendo da solo la mandria dei Baudino e cinquanta capre di sua proprietà, quando è stato attaccato da un branco di quattro lupi.

«Erano passate le 18 - racconta -. Gli animali erano tranquilli. Poi i cani maremmani hanno iniziato ad abbaiare e a seguire il gregge che scappava. È spuntato un lupo, velocissimo:  ha azzannato un capretto e l’ha trascinato dietro un cucuzzolo, uccidendolo. Pochi istanti dopo, è tornato verso di me insieme ad altri tre lupi. Ho iniziato a urlare, a piangere, a battere il bastone per farli allontanare: più indietreggiavo, più questi si avvicinavano e mostravano i denti. Per fortuna sono tornati i cani, così i lupi sono andati via, ma molto lentamente».

Migliore ha subito telefonato a Sergio Baudino. «Ero insieme alle mucche, a circa mezz’ora di cammino da Simone, e mi sono precipitato - spiega il titolare della mandria -. All’arrivo non lo vedevo: ho pensato al peggio, poi è uscito dalla baita in lacrime, terrorizzato. Mi ha abbracciato forte, non voleva più lasciarmi per la paura».

Non è il primo attacco da lupi all’Alpe Morteis, dove nel luglio 2012 i Baudino persero 16 pecore. I predatori spaventarono anche la mandria delle mucche e una cadde in un burrone. A causa dei costi elevati del recupero con l’elicottero del Soccorso alpino, superiori al valore dell’animale, gli allevatori di Morozzo furono aiutati da dieci colleghi: per riportare la mucca al pascolo, ci vollero sei giorni di lavoro. «Stavolta abbiamo perso un capretto - conclude Baudino -, ma la stagione è ancora lunga. Passi per i capi uccisi, che in parte recuperiamo con i rimborsi, ma quando il lupo arriva a minacciare l’uomo, la misura è colma».

Del caso si sta occupando l’Adialpi (Associazione Difesa Alpeggi del Piemonte) guidata dal presidente, allevatore di Barge e margaro a Crissolo, Giovanni Dalmasso: «Abbiamo perso la pazienza e siamo stufi di denunciare questi gravi episodi. Ora a rischiare sono i pastori e prima o poi, qualcuno si farà del male. Chiediamo solo di poter lavorare e difenderci. La Regione approvi un piano di abbattimento selettivo del lupo, sul modello francese, e si conceda ai margari il diritto al porto d’armi. Per noi, prima di tutto, c’è la salvaguardia della vita dell’uomo».


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