ebook di Fulvio Romano

giovedì 4 luglio 2013

Corte: rappresentanza anche per chi non firma (Marchionne tiè...!)

LA STAMPA

Economia

la vertenza tra il sindacato dei metalmeccanici cgil e il lingotto: illegittimo l’articolo 19 dello statuto dei lavoratori

“Fiat, incostituzionale escludere la Fiom”

La Consulta: rappresentanza anche per chi non firma i contratti. L’azienda: ora cambiare i criteri

La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori nella parte in cui non prevede «che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell’unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti».

In sostanza la Corte sostiene che qualsiasi sindacato abbia partecipato alla trattativa, anche se poi alla fine non ha firmato il contratto, può avere i propri delegati e di conseguenza diritto a permessi, ore di assemblea, trattenute.

Esulta la Fiom che vede riconosciuta la propria posizione e sostiene che la Costituzione è tornata nelle fabbriche. La Fiat chiede «criteri di rappresentanza più solidi» e nega che i meccanici Cgil abbiano partecipato alle trattative sui contratti di primo livello del gruppo.

La decisione della Corte sembra porre, almeno momentaneamente, fine al lungo contenzioso che ha contrapposto Fiat e Fiom; nelle fabbriche del gruppo, infatti, la Fiom è stata esclusa dalla rappresentanza perchè non ha firmato il contratto. Il sindacato metalmeccanico aveva intentato decine di cause - alcune vinte altre perse - e la questione di legittimità costituzionale era stata sollevata e rimessa alla Corte dai giudici dei Tribunali di Torino, Modena, Vercelli.

Ma la pronuncia della Corte non riguarda, ovviamente, solo la Fiom, ma anche, ad esempio, la Filcams, il sindacato del commercio Cgil, che non ha firmato il contratto. Si torna quasi alla situazione pre referendum del ’95 - sostenuto allora anche dalla Fiom - che nella legge 300 stabiliva il diritto alla rappresentanza dei sindacati maggiormente rappresentativi. Quasi perchè comunque ora i sindacati devono aver trattato e non basta che semplicemente esistano. Così la Corte sembra aver recepito comunque lo spirito del referendum.

L’azienda sottolinea che la Corte contraddice precedenti pronunce nei 17 anni di vita dell’articolo 19 così com’era e ribadisce: «La Fiom a priori, ha sempre rifiutato qualsiasi trattativa sul contratto collettivo specifico di lavoro». Rivendica poi di «aver preso tutte le decisioni di tipo industriale tenendo conto della legislazione vigente e in particolare, dell’articolo 19».

Per la Fiat la vicenda non finisce qui e infatti rimette «piena fiducia nel legislatore affinchè definisca un criterio di rappresentatività più solido e consapevole delle delicate dinamiche delle relazioni industriali, che dia certezza di applicazione degli accordi, garantisca la libertà di contrattazione e la libertà di fare impresa, come avviene nei paesi di normale democrazia nelle relazioni industriali».

La sentenza, invece, scatena l’esultanza del segretario Fiom Maurizio Landini che ha perseguito la via giudiziaria con particolare tenacia. Dice: «La Costituzione rientra in fabbrica». E aggiunge: «La Corte costituzionale ha sancito che il sistema Fiat è illegittimo. Ora il Lingotto ne prenda atto e volti pagina. Basta discriminazioni».

E l’avvocato Elena Poli del collegio di difesa della Fiom spiega: «La Corte riconosce che l’articolo 19 nella sua letterale interpretazione produceva una insopportabile distonia perchè lasciava fuori sindacati come Fiom o Filcams che rappresentano la gran parte se non la maggioranza dei lavoratori».

Per la Cgil la sentenza rafforza «i principi e le regole stabiliti nel recente accordo firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria in materia di democrazia e rappresentanza».

Ma la parola fine posta dalla Corte non spegne le durissime contrapposizioni tra sindacati. Per la Fismic nulla cambia perchè la Fiom non era al tavolo di trattativa. La Fim teme che così la Fiom possa avere più delegati di chi ha firmato, la Uilm si augura che si apra una fase nuova nelle relazioni.

marina cassi


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