ebook di Fulvio Romano

lunedì 15 ottobre 2012

Folklore Meteo. 14 ottobre, san Callisto, “papa Caliazzu” e le 4 Tempora...

Il 14 ottobre è il giorno del martirio di papa Callisto I, anno 222, creatore delle omonime Catacombe (vedi foto affresco Catacombe). Papa molto controverso, che ben simboleggia nella sua tormentata (e molto discussa) vita il contraddittorio affermarsi del cristianesimo nel III secolo, tra fanatismi, avventurieri e convinzione religiosa... Basti dire che la sua morte violenta fu attribuita ad un tumulto popolare a Trastevere, contro i cristiani, durante il quale Callisto fu gettato in un pozzo...
A noi qui Callisto interessa in quanto istitutore delle “Quattro Tempora” e cioè dei quattro periodi di digiuno in tre giorni della settimana (mercoledì, venerdì e sabato) che - riprendendo antiche feste agrarie romane della fertilità- dovevano impetrare buoni raccolti, buone semine e vendemmie, ecc. nei quattro punti degli inizi stagionali dell’anno.
Anzi, probabilmente Callisto ne istituì tre di Tempora, che divennero di lì a poco quattro, in armonia con i solstizi e gli equinozi...
Sull’equivoco delle tre o quattro Tempora o dei tre giorni delle quattro tempora (che pasticcio!) è basata una delle pochade di una maschera (potremmo definirla così), il cosiddetto “papa” Galeazzu (o Caliazzu), di una terra da noi lontana, ma quanto mai oggi amata: il Salento.

La riportiamo qui sotto dopo averla caricata all’indirizzo
http://www.facebook.com/notes/papa-caliazzu/li-culacchi-de-papa-caliazzu-8-ce-ncentra-lu-culu-culle-quattru-tempure/344125079525

poiché la riteniamo un interessante esempio di folklore (in questo caso salentino) che si intreccia con la meteorologia popolare e il calendario contadino.

Li Culacchi de Papa Caliazzu
 "Ce nc'entra lu culu culle quattru tèmpure?”

La perpetua te Caliazzu,
beddha e gioane servetta,
ogne giurnu pe n’uretta
cu llu Nzinu sacrestanu
se tenìa pe lla manu.

Ma na notte scura scura,
mesciu Nzinu, pete pete,
trasìa a casa all'Arciprete,
ca dhu beddhu boccuncinu
ulìa stenda 'llu cusciunu.

Sciù sbajau l'appartamentu,
e llu poru sacrestanu
allu scuru, cu lle manu,
lu culettu, eh beh, succete!
sciù tuccau all'Arciprete.

Don Caliazzu se ncazzau,
ma lu Nzinu trittu e prontu
se scusàu pe st'affrontu:
"Reverendu, su' bbenutu
ca nu mme recordu mutu

se le Tèmpure su ttrete
o su cquattru già te crai!"*
"E tie a st'ura ue' llu sai?
E dimme, facci tuestu e pampasciulu,
ce nc'entra cu lle Tèmpure stu culu?”

Un altro sito salentino 
(http://www.galatina2000.it/Il-Titano-Anno-XLIV-n°-12-del-24-06-2011/papa-galeazzu-dalla-a-alla-z.html)

riporta un sommarietto, con una variante della storiella, che sarà utile per tradurre dal salentino la pochade di “papa" Caliazzu:

Per un certo periodo Papa Galeazzu si era avvalso dei servigi di una bella e giovane fantesca, che amoreggiava segretamente col sagrestano. Un certo giorno, insospettito di questo intrigo, l’Arciprete aveva spostato i letti nelle stanze della canonica, cambiando la posizione del suo con quello della servetta. La notte successiva alla variazione, mentre la casa era avvolta nel silenzio e nel buio più profondo, il sagrestano si avvicinò al solito letto dove pensava di trovare la sua bella, e cominciò a tastare le natiche di Papa Galeazzu... - Chi è?,gridò questi, svegliandosi di soprassalto. Accortosi dell’errore, il sagrestano cercò di rimediare: - Sono io, Reverendo, il sagrestano... Vengo a chiedervi se domani sono le Quattro Tempora, per annunciarle ai fedeli...
- Il diavolo ti porti!, lo apostrofò Papa Galeazzu. che c’entra il mio culo con le Quattro Tempora?!